Commento critico Simona Bartolena 2013

Già in passato Franco Boaretto ci aveva abituato a un impiego della tecnica raku tanto personale quanto efficace. Le sue figure sospese tra sogno e realtà, tra storia e surrealtà, già protagoniste della precedente produzione dell’artista, si presentano oggi in questa importante personale di Robbiate in una nuova veste. Pur senza smarrire il loro fascino arcano, oggi queste figure hanno compiuto una sottile ma sensibile metamorfosi. I loro corpi eleganti e maestosi si sono trasformati in forme più essenziali, stilizzate fino al limite dell’astrazione. Scegliendo la via della stilizzazione, Boaretto ha raggiunto un traguardo prezioso: è riuscito a raccontare le sue fascinose creature attraverso l’armonia delle forme, la sinuosità delle linee, con una descrizione che da analitica si fa sintetica ed essenziale. Il corpo si riduce a frammento, l’abito diventa forma pura, la natura delle figure, già molto surreali nella produzione passata, è ancor meno definita, sottoposta quasi a un processo di ibridazione, che mescola tratti umani ad elementi biomorfi. Non muta, invece, la perizia tecnica di Boaretto, che conferma la sua straordinaria capacità di gestire una tecnica non semplice, contenendone gli eccessi decorativi ed estetizzanti (di cui talvolta le opere in raku possono essere vittima) pur sfruttandone a pieno le caratteristiche salienti. Non ci ingannino le superfici più scarne di queste nuove sculture: le texture più sobrie, anzi, costituiscono un’ulteriore prova di un passo importante nell’evoluzione stilistica dell’artista, come dimostrano le sculture lasciate in terra nuda, elegantissime nella loro monocromia; una monocromia su cui la luce si posa con rinnovato vigore, giocando con la materia, sottolineandone i pieni e i vuoti, assecondando l’andamento delle linee, cercando il dialogo con l’irregolarità delle superfici. La mostra di Robbiate costituisce dunque una tappa importante per la ricerca di Franco Boaretto: un passaggio che promette nuovi interessanti sviluppi.
Simona Bartolena, marzo 2013

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