Commento critico Silvano Valentini

Ceramiche di alto livello artistico, realizzate con l’antica e suggestiva tecnica giapponese “Raku”, ma di originale e modernissima concezione, sia dal punto di vista espressivo sia da quello dei contenuti. E’ questa, in estrema sintesi, l’istantanea dell’attuale fase creativa di Franco Boaretto. Artista inizialmente votato alla pittura all’occidentale, se così possiamo dire, dedito cioè alla creazione di grandi tele, prima figurative e poi via via più informali e astratte, caratterizzate soprattutto da ampie campiture di colore steso con la spatola, Boaretto è stato in seguito conquistato dalla sofisticata filosofia e dall’intensa poesia, insieme lirica ed epica, della scultura, in particolare di quell’emozionante e singolare, se non addirittura unica, modalità di lavorazione della materia, in questo caso la ceramica, che avviene da secoli secondo la classica tecnica, appunto, “Raku”, strettamente intrecciata alla dottrina di vita Zen. Un salto di qualità, quello di Franco Boaretto, che ne ha indubbiamente esaltato le grandi doti artistiche prima rimaste per lungo tempo in ombra, dal momento che le sue splendide opere, in particolare quelle più recenti, ci affascinano tanto sul versante formale, vale a dire per le vivide e stimolanti iridescenze delle loro molteplici e variegate sfaccettature, quanto per i soggetti prediletti dall’autore. Egli, infatti, non si limita solo a riprodurre piatti, vasi ed, eventualmente, tori, pesci e altri animali, come fanno per la maggior parte i cultori del “Raku” e che lui stesso, del resto, esegue con non comune maestria, ma usa la magia delle sue mani e del suo cuore per regalarci anche volti e corpi di notevole vigore espressivo e di elevata forza interiore. Sono soprattutto da segnalare, a puro titolo di esempio e non certo in modo esaustivo, fra le tante e quanto mai significative opere degne di menzione per il loro indubbio valore artistico, i volti e i corpi della lunga serie dei “guerrieri”, un’originale proposizione, o riproposizione, in una chiave di lettura di tipo espressionistico-cubista, di uomini profondamente intrisi di coraggio, di paura, di determinazione e di stupore. Allo stesso titolo, emergono per la loro bellezza e il loro più intimo significato, le incantevoli figure di donne, spesso appena abbozzate dall’artista, donne a volte serene e a volte dall’aspetto drammatico, sempre tuttavia autentici e dinamici simboli di amore per la vita. Un traguardo artistico, oltre che umano, quello oggi raggiunto da Franco Boaretto, certamente invidiabile, anche se le potenzialità dell’artista stesso e quelle della tecnica “Raku” da lui utilizzata fanno presagire la scalata e la conquista di nuove e ben più alte vette.
Silvano Valentini, 2007

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